Se dovessi chiederti cosa significa "dire la verità", probabilmente penseresti all'idea di non mentire agli altri. Ma Satya, uno dei cinque yama dello yoga secondo gli Yoga Sutra di Patanjali, è molto più di questo. Satya riguarda l'onestà con se stessi, il vivere in allineamento con la propria realtà interiore. Uno degli strumenti più potenti che abbiamo per scoprire questa verità è il corpo.
La mente può ingannarci, ma il corpo no. Il nostro corpo è un veicolo di verità, un sistema di segnali che, se ascoltati con attenzione, ci rivelano cosa proviamo davvero e di cosa abbiamo bisogno. Le sensazioni fisiche, le tensioni muscolari e i blocchi energetici raccontano la nostra storia interiore. Quando ci fermiamo e ascoltiamo, il corpo ci offre la possibilità di riconoscere la nostra verità più autentica.
Ti è mai capitato di accorgerti di avere le spalle contratte, la mascella serrata o il respiro superficiale solo dopo ore di stress? Il corpo immagazzina le emozioni e lo stress, e se impariamo ad ascoltarlo, possiamo comprendere meglio come stiamo davvero.
Riconoscere le tensioni è il primo passo per scioglierle. Ad esempio, se noto che sto stringendo le mascelle, posso fermarmi e chiedermi: sto trattenendo rabbia o frustrazione? Sto reprimendo qualcosa che vorrei esprimere? Questo semplice atto di consapevolezza può aiutarci a interrompere un circolo vizioso di tensione e stress.
Satya si applica anche direttamente alla pratica yoga. Quante volte hai cercato di forzare una posizione, di spingerti oltre il tuo limite solo per sentirti "più brava"? Oppure, quante volte ti sei fermata prima di provare, convinta di non essere abbastanza forte o flessibile?
Il corpo ci parla anche durante lo yoga. Quando una postura sembra eccessiva, quando il respiro si blocca o quando sentiamo dolore, Satya ci invita a fermarci e ascoltare, anziché forzarci a superare il limite.
Questo approccio non è segno di debolezza, ma di rispetto e consapevolezza. In questo modo, pratichiamo anche Ahimsa, la non violenza verso noi stesse, scegliendo di rispettare il nostro stato presente.
Ma Satya non significa solo fermarsi quando serve. Significa anche riconoscere il nostro potenziale e superare le credenze limitanti che ci tengono bloccate. Nella pratica yoga, e nella vita, capita spesso di autolimitarci con pensieri del tipo:
- "Non sono abbastanza brava."
- "Non sono abbastanza flessibile."
- "Non riuscirò mai a farcela."
Questi pensieri ci impediscono di esplorare ciò di cui siamo realmente capaci. Satya ci invita a guardare con sincerità queste credenze e a chiederci: sono vere? O sono solo abitudini mentali che mi tengono nella mia zona di comfort?
Quando iniziamo ad essere oneste con noi stesse, troviamo il coraggio di provare. Magari scopriamo che possiamo tenere una posizione più a lungo di quanto pensavamo o che possiamo affrontare una sfida nella vita con più sicurezza. Satya ci permette di vivere in modo più autentico, riconoscendo il nostro valore senza sminuirlo.
Essere oneste con noi stesse richiede coraggio. Significa accettare ciò che sentiamo senza mascherarlo, rispettare il nostro corpo per quello che è e riconoscere le nostre reali capacità senza autosabotaggi. Il corpo non mente: è uno strumento prezioso per comprendere la nostra verità interiore.
Ecco alcune pratiche per applicare Satya nella tua vita:
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